HomePage |
Aggiornato
il 12 Settembre 2018
|
Forse nessuna
altra marca, tra i produttori di macchinine attivi negli anni sessanta
e settanta, ha utilizzato tante scatolette, tutte diverse, come la Mebetoys.
Difficile quindi, per noi collezionisti, riuscire ad orientarci nel
tentativo di abbinare correttamente i modelli alle rispettive scatolette.
Ci chiamano "collezionisti di macchinine", ma mi sembra una definizione troppo sommaria. Molti di noi, infatti, non collezionano semplicemente macchinine, bensì macchinine con scatoletta originale. Negli anni '50 molte macchinine erano ancora vendute in scatole "collettive", contenenti 6-8 modelli ciascuna, che i venditori aprivano per vendere i modelli alla spicciolata. Ma già nella seconda metà di quegli anni si diffuse la tendenza a vendere i modelli racchiusi in scatolette di cartone, allo scopo di preservarli dalla polvere e degli urti accidentali, di poter meglio accatastare i modelli sugli scaffali del negozio e, perché no, di meglio pubblicizzare il marchio di fabbrica, altrimenti visibile solo sul fondino del modello. E' vero che i principali destinatari delle macchinine erano i bambini ed è facilmente comprensibile che questi aprissero brutalmente la confezione per entrare in possesso del sospirato modellino. Di quel piccolo pezzo di cartoncino colorato, accartocciato e abbandonato in un angolo, molto spesso già il giorno dopo non restava più nulla. Le mamme lo gettavano subito nella pattumiera perchè a quei tempi le case dovevano essere ordinate e pulite e le mamme avevano tutto il tempo necessario. Ma se solo avessero potuto immaginare che oggi per quelle stesse macchinine e per le loro scatolette i collezionisti sarebbero stati disposti a spendere centinaia di euro... In alcune famiglie, però, venivano trasmessi sani principi ai fanciulli a, tra questi, quello di avere rispetto non solo per le persone, ma anche per le cose: si insegnava, dopo il gioco, a rimettere le cose a posto, per poterle ritrovare il giorno dopo e quello dopo ancora. Ecco, qui sotto, alcune scatolette sfuggite così alla "rottamazione" e in grado, dopo mezzo secolo, di svolgere ancora la loro missione originaria e di renderci felici e appagati, inebriati dal loro tipico profumo di polvere, di funghi e di sogni, che ne certifica l'originalità.
|
LE SCATOLETTE "MEBETOYS" In principio fu scatola bianca. La prima delle
scatolette Mebetoys fu la cosiddetta "scatola bianca", in
cartoncino, la più ambita dai collezionisti. E' stata utilizzata
fino al 1967 con i modelli dalla "A-1" (Fiat 850 Berlina)
alla "A-13" (Opel Kadett Coupé) e con i modelli "A-15"
(Fiat 1500 Civetta Vigili Urbani), "A-16" (Fiat 124 berlina)
e "A-21" (Fiat 1500 Vigili del Fuoco). All'esterno della scatoletta, una delle facce
riportava il cataloghino delle serie. A seconda del numero di articoli
in catalogo si distinguono quattro diverse serie, nell'ordine: |
LE SCATOLETTE INTERMEDIE "MATTEL - MEBETOYS" Con il passaggio della
Mebetoys alla Mattel si utilizzarono, per brevissimo tempo, le scatolette
marroni giacenti in magazzino, presto abbandonate per ovvie ragioni
commerciali. Nel 1971, però, venne creata una scatoletta speciale
per la Land Rover Croce Rossa (codice A-42), tutta grigia, con scritte
nere e rosse, che ricorda nella struttura ancora le stesse scatolette
marroni (foto sotto). Sulla faccia posteriore è ancora presente
il catalogo nella tipologia "1-40". Mancano i riferimenti
alla Mattel.
Le scatolette
in plastica consentivano la massima visibilità al modello,
ma determinavano un aumento dei costi rispetto alle scatolette in
cartone. Il plexiglass, per quanto sottile, era costoso e la base
in plastica pure. Era quindi necessario evitare una eccessiva personalizzazione
delle scatolette, in modo che ogni modello potesse essere commercializzato
con la stessa scatoletta degli altri, tanto la visibilità del
modello a 360 gradi evitava di confondere tra loro le confezioni.
Per fare in modo che la macchinina non sbatacchiasse dentro la confezione
bastavano uno o due elastici e rimaneva fissata alla base.
Sono le scatolette
più economiche, quelle che una volta aperte non si possono
più richiudere efficacemente ed espongono il modello ad accidentali
e rovinose cadute.
|
|
Sopra, diversi tipi di scatolette della serie Gran Toros. Scatolette "a plinto" con catalogo in giapponese o in italiano. |
LA FAMIGLIA "GRAN TOROS" Nell'immagine a sinistra si possono vedere
sette diverse scatole della serie Gran Toros. Ma molto probabilmente
ne esistono anche altre. Dopo l'avvento della Mattel, superato un
certo periodo di assestamento, le direttive dell'azienda prevedevano
tre principali linee di prodotto in scala 1/43 (ci sono poi altre
linee in altra scala oppure non facenti parte del mondo delle macchinine): |
LE PROMOZIONALI Si tratta di scatolette
molto diverse l'una dall'altra perché commissionate, ovviamente
insieme ai modellini, da aziende differenti. Le concessionarie di
auto hanno ovviamente la meglio, per affinità: ancora oggi
numerose case automobilistiche commissionano alle aziende di modellismo
le riproduzioni delle loro auto e le regalano ai clienti o le vendono
nei loro store. Nella foto a destra si possono vedere scatolette per
la FIAT, per la Autobianchi e per la Murat 124. Quest'ultima è
realizzata riprendendo gli schemi della scatoletta della Fiat 124
Mercury, ma ha il marchio Mebetoys.
La francese
Solido firmò un accordo per la vendita di automodelli Mebetoys.
La presentazione avvenne al Salone del Giocattolo di Parigi del
1970. I modelli erano i Mebetoys strettamente di serie, ma la scatoletta
adottata doveva essere marcata Solido. Per questo vennero utilizzate
le scatolette generiche, impilabili, in plastica, con coperchio
trasparente in plastica e sovra-scatola marroncina generica. Sulla
parete della scatola veniva impresso il logo Solido, il codice modello
Mebetoys e la descrizione abbreviata del modello (ad esempio "Chevrolet"
per la Chevrolet Corvette Rondine. Molti furono i modelli distribuiti,
quasi tutti. Di sicuro (vedi foto): Fulvia Coupé, Corvette
Rondine, Fiat 124, Mini Morris (non Mini Minor, ma il modello era
la Mini Minor), Ferrari P4, Lotus Europa, ISO Rivolta S4, Fiat Dino,
NSU RO80, Toyota 2000 ecc. ecc.
E' scritto
proprio così, Litteltois, proprio come si pronuncerebbe se
fosse scritto correttamente in inglese.
I modelli
della serie Sputafuoco (Heisse Rader Supergross per il mercato tedesco)
sono ancora i vecchi modellini Mebetoys con nuova numerazione e marcatura
Mattel. Le ruotine sono le terribili ruotine veloci chiamate Bruciapista.
Belle le scatolette azzurre, di tipologia differente, belli i modelli
visti da sopra. Molto meno se visti da sotto, almeno per noi che abbiamo
avuto le Mebetoys con le ruotine standard e i pneumatici in gomma.
|
Qui sopra,
un gruppo misto di modelli promozionali Mebetoys. Sopra: le scatolette generiche
impilabili solido con i modelli Mebetoys. |