Si tratta della riproduzione
della nota elaborazione della Fiat 850 berlina realizzata dalla Abarth
tra il 1964 e il 1965. L'elaborazione prevedeva il potenziamento del
propulsore, la cui cilindrata passava dai 903 cmc a 982 cmc, con potenza
di oltre 60 CV. Furono poi montati i freni a disco anteriori, una bella
marmitta sportiva a doppio tubo, un completo quadro strumenti dal taglio
sportivo, un volantino sportivo ecc. Il modello fu omologato per il
Campionato Italiano Turismo, da cui la nota sigla OT (Omologata Turismo).
Certamente Karl Abarth, austriaco naturalizzato italiano, faticava più
della Mercury per produrre le sue splendide creature: modificava collettori
e scarichi, sostituiva gli alberi a camme e le valvole, aumentava la
cilindrata, aggiungeva il radiatore per l'olio, modificava l'assetto,
sportivizzava i sedili e i cruscotti ecc. ecc. La Mercury, invece, ha
semplicemente ripreso il modello della Fiat 850 berlina, ha montato
i cerchi in lega della coupé, ha applicato sul frontale la decal
con mascherina e lo stemma Abarth e ha sostituito i fari stampati con
quelli strass. Sulle fiancate ha applicato un numero di gara e la classica
striscia rossa con la punta arrotondata e... il gioco è fatto.
Non c'è traccia della storica marmitta a doppio scarico e non
c'è traccia nemmeno di un decoroso volante sportivo: è
rimasto quello squallido abbozzo di volante stampato in rilievo sulla
plastica del cruscotto.
Persino il fondino è lo stesso della 850: non c'è traccia
di "Abarth" e il numero di serie resta il 38 della versione
normale. Solo con la seconda serie, nel 1966, perde del tutto il numero
38, senza però mai acquisire il 42. Tuttavia il modellino, prodotto
nei colori bianco (molto Abarth) e grigio metallizzato, è molto
bello e ha un fascino particolare.
Un modellino molto semplice, quindi. Dotato della possibilità
di aprire il solo cofano anteriore, che ovviamente non contiene il motore,
ma un semplice piano per disporre i bagagli. E pensare che certamente
la parte più interessante da vedere è certamente recchiusa
nel cofano posteriore. E non possiamo neanche aprire le portiere per
vedere se i sedili sono comodi o se la strumentazione ci piace davvero.
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Però
ci sono le sospensioni e i fari, adesso, sono molto più
belli. E anche i cerchi ruota hanno fatto passi da gigante e
possono essere grigi o argentati (vedi foto grande a fondo pagina).
Posteriormente, la targa è quasi sempre la stessa: "TO
510120". Il numero sulle portiere è sempre il 132,
lo stesso che si vede nell'immagine riportata sulle scatolette.
SCATOLETTE
- Standard: è la classica scatoletta azzurrina
con l'immagine di una OT 1000 giallina che corre in pista. E'
la scatoletta più diffusa.
- Rossa: e stata realizzata a fine serie ed è per
questo abbastanza rara. L'immagine, statica, è quella di
una OT 1000 bianca su fondo piatto, grigio chiaro. I fianchi sono
rossi.
- Special Velox: Le
ultimissime produzioni sono state commercializzate anche con la
scatoletta generica finestrata Special "Velox", ma il
modellino é rimasto immutato e non ha mai adottato le ruotine
veloci. Il nome del modello è riportato su una striscetta
blu adesiva applicata alla base della finestra.
- Giapponese: E' la scatoletta generica, rossa, priva dei
riferimenti al nome "Mercury", vietato in Giappone.
Sul fondino del modello la scritta "Mercury", con la
ruota dentata, è stata accuratamente abrasa (vedi foto).
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Qui sotto, la decal con lo scudetto Abarth e la scritta "FIAT ABARTH
1000". E' applicata all'interno di un'area perimetrata da un bordino
in risalto, ottenuto scavando un solco nello stampo.
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