Certamente Karl Abarth, austriaco naturalizzato
italiano, faticava più della Mercury per produrre le sue splendide
creature: modificava collettori e scarichi, sostituiva gli alberi
a camme e le valvole, aumentava la cilindrata, spostava il radiatore
in posizione anteriore e aggiungeva anche il radiatore per l'olio,
modificava l'assetto, sportivizzava i sedili e i cruscotti ecc. ecc.
La Mercury, invece, ha semplicemente ripreso il modello della Fiat
850 berlina, ha montato i cerchi in lega della coupé, ha applicato
sul frontale la decal con mascherina e lo stemma Abarth e ha sostituito
i fari stampati con quelli strass. Sulle fiancate ha applicato un
numero di gara e la classica striscia rossa con la punta arrotondata
e... il gioco è fatto. Non c'è traccia della storica
marmitta a doppio scarico e non c'è traccia nemmeno di un decoroso
volante sportivo: è rimasto quello squallido abbozzo di volante
stampato in rilievo sulla plastica del cruscotto. Persino il fondino
reca ancora il numero di serie 38 della versione normale. Solo con
la seconda serie, nel 1966, ha perso del tutto il numero 38, senza
mai acquisire il 42. Tuttavia il modellino, prodotto nei colori bianco
(molto Abarth) e grigio metallizzato, è molto bello e ha un
fascino particolare.
Qui sotto, due modelli
apparentemente identici, uno del 1965 (prima serie) e uno del 1966
(seconda serie). La differenza é solo nel fondino, verinciato
di nero in entrambe le macchinine, ma con il codice articolo 38 nella
prima serie e senza codice articolo nella seconda. La scelta fu adottata
per consentire allo stesso fondino di essere installato sia sulla
"38" che sulla "42".
Il modello ha il cofano motore apribile e ci sono le sospensioni.
Il fondino, in metallo verniciato di nero e con organi meccarici in
rilievo, è fissato con due viti con la testa a taglio. Di elevata
qualità i due paraurti cromati, in metallo. Le ruote riproducono
i cerchi in lega leggera e possono essere opache o cromate. I fari
anteriori sono a diamantino mentre quelli posteriori sono dipinti
di rosso. Sulle fiancate è visibile la scritta "FIAT ABARTH
1000" e, sulle portiere, il numero di gara: 132. Sul frontalino,
lo stemma Abarth e la scritta in campo rosso. Posteriormente, la targa
è sempre la stessa: "TO 510120".
In queste foto è visibile la scatoletta che ha accompagnato
le ultime versioni di questo modello. E' molto rara.
Le ultimissime produzioni sono state commercializzate anche con la
scatoletta generica Special "Velox", ma il modellino é
rimasto immutato e non ha mai adottato le ruotine veloci.
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