La "Fulvietta"
fu presentata nel 1965 e suscitò subito una calorosa accoglienza
grazie alla sua bellissima linea dovuta alla matita di Piero Castagnero.
Spinta da un motore di 1200 cmc, con potenza di soli 80 CV, riusciva
a raggiungere i 160 Km/h grazie alla leggerezza della carrozzeria e
alla buona aerodinamica. Il passo corto (rispetto a quello della berlina
da cui derivava) conferiva alla vettura una grande maneggevolezza e
la buona visibilità; le signorili rifiniture dell'abitacolo assicuravano
ai due passeggeri viaggi confortevoli. Il successo durò fino
al mese di maggio del 1976, quando l'ultima Fulvietta uscì dalle
linee di montaggio. Ne furono costruite, in varie serie e versioni,
quasi 162.000.
Ovviamente una macchina così desiderata da tutti non poteva sfuggire
alle attenzioni delle ditte italiane che producevano macchinine in scala
1/43. La prima fu la Mercury, nel 1965, seguita dalla Politoys, nel
1966, e, infine, dalla Mebetoys, nel 1967. Confrontando i tre modellini
non si può non notare la migliore riproduzione del frontale del
modello Mebetoys, realizzato veramente bene. Il modello Mercury, certamente
bellissimo, é molto grossolano nella riproduzione e nelle finiture.
Il modello Politoys, pur di grande effetto, ha un frontale di fantasia:
ricorda più le versioni successive, degli anni '70, che la versione
del 1965, unica che poteva essere realmente riprodotta nel 1966. Per
semplificare la fusione, la Politoys realizzò infatti una mascherina
interamente cromata che comprendeva anche i quattro fari (strass) cosicché
il modello appare ricco, ma poco realistico. Lo spazio intorno ai fari
doveva essere lasciato del colore della carrozzeria e la griglia doveva
esser più stretta e più alta.
"Entrando" nell'abitacolo, invece, il modello Politoys é
il piu rifinito. Il cruscotto nei modelli Mebetoys e Mercury é
inesistente. E pensare che proprio il cruscotto in legno era una delle
principali attrazioni della Fulvietta. La versione Mercury é
anche priva della leva del cambio, ma i modelli Politoys e Mebetoys
propongono una bella, ma generica, leva cromata in posizione verticale
mentre la vettura vera era caratterizzata (nei primi anni di produzione)
dalla cosiddetta leva a "gambo lungo", quasi orizzontale perché
la Lancia non volle ricorrere a meccanismi di rinvio meccanico. Ricordo
benissimo, a onore del vero, che si riusciva comunque a giocare benissimo
con tutte e tre le riproduzioni e che da ragazzo provavo un certo orgoglio
anche se possedevo la sola versione Politoys. Esattamente quella fotografata
in alto a destra, in questa pagina, con cofani e porte aperte. E' proprio
lo stesso modello che acquistai nella cartoleria "Dessì"
nel Corso Vittorio Emanuele a Cagliari. Era il 1968.
I colori possibili sono quattro, tre metallizzati (il verde "Politoys",
il blu chiaro e il rosso) e uno pastello (il rosso). IL blu e il rosso
metallizzati si trovano con una certa facilità. Raro il verde
Politoys (comunque prodotto fin dall'origine) e molto raro il rosso
pastello (prodotto solo a fine carriera con scatola in plastica). Da
notare, vedi foto di gruppo, che i due modelli blu metallizzato hanno
diverse tonalità. Gli interni sono di colore marrone, scuro nelle
prime produzioni, più chiaro nelle ultime. Esiste, molto rara,
la versione con interno in vellutino rosso, visibile nelle foto (nelle
foto di gruppo, il modello verde "Politoys"). Volante in plastica
nera (su alcune versioni di fine serie si può avere il volante
cromato.
Le portiere,
il cofano anteriore e il cofano posteriore sono apribili. Nel cofano
anteriore c'é una buona riproduzione cromata del motore.
Fari a diamantino. Luci posteriori dipinte di rosso o di giallo (nei
modelli rossi). Paraurti e mascherina in plastica cromata. Sospensioni
a lamina metallica. Fondino nero, in metallo, fissato con una sola vite,
posteriormente. Ruotine con cerchi forati e pneumatici in gomma.
Le ruotine sono senz'altro
più belle di quelle Mercury e di quelle della prima serie Mebetoys.
Targa "MI B090732", prima, e "MI B07032" dopo.
In tutti questi anni, le tante Fulviette Politoys che ho avuto tra le
mani hanno sempre avuto la scatola del IV tipo. Non ho mai visto per
questo modello scatolette termosaldate, neanche per le targhe più
vecchie. Non ho mai visto neanche le scatolette del III tipo, né
quelle "gialle" del V.
Ho avuto modo, invece, di vedere scatolette in plastica, del II tipo,
ovviamente solo per i modelli dell'ultima produzione.
Come si vede dalle foto in alto, in ogni confezione era aggiunto un
foglietto decal con strisce gialle e nere e simboli HF per consentire
agli acquirenti di costruirsi la versione sportiva (HF).
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