ALFA ROMEO GS (GRAN SPORT) ZAGATO - Art. 532 del 1967
POLITOYS-M HomePage  
     

L'Alfa Romeo, su iniziativa della rivista Quattroruote e cavalcando la moda dell'epoca di realizzare vetture moderne con carrozzerie replica di prestigiose vetture del passato, produsse dal 1965 al 1967, in soli 82 esemplari, la Gran Sport "Quattroruote".

La meccanica della vettura era quella della Giulia TI; la carrozzeria era una copia della mitica "1750 6C Gran Sport" e proprio per questo la costruzione fu affidata alla Carrozzeria Zagato, la stessa carrozzeria che realizzò la vettura originale 35 anni prima. Il risultato fu molto bello, ma i costi di costruzione elevati limitarono molto l'entusiasmo che il mercato dedicò a questo modello. La vettura é oggi molto rara e spunta quotazioni molto interessanti.

Nel 1967, quando la Politoys lanciò questo modello, la GS Zagato stava uscendo di scena e si faticò non poco a vendere tutti i modelli prodotti.
Il modello Politoys, comunque, é un piccolo capolavoro e dispone, tra l'altro, di ruote sterzanti. Molte altre marche producevano in quel periodo macchinine in scala 1/43 con le ruote sterzanti: le Dinky Toys le avevano di serie su quasi tutti i modelli, come le danesi Tekno, ma per fare sterzare il modello occorreva esercitare una pressione sui parafanghi anteriori. Ai ragazzini piacevano, ma non erano certo un gran che. Grande successo ebbero i modellini come le Austin A60 Scuola Guida o la Volkswagen Safari della Corgi Toys, che consentivano accuratissime manovre di parcheggio.

Con la GS Zagato, la Politoys spiazzò la concorrenza. Le ruote anteriori sterzavano agendo proprio sul volante, ben accessibile grazie alla carrozzeria aperta. Purtroppo i ragazzini non amavano le vetture del passato e, forse, l'azione sul volante era troppo complessa per i giochi, ma i genitori dei ragazzini erano ben felici di acquistare per loro stessi questo meraviglioso modellino, conservandolo religiosamente senza giocare con il volante. Forse proprio per questo il modellino si trova con una certa facilità e in buone condizioni, completo di luci, fari, targa e parabrezza basculante.

Guai a smontarlo! E' un modello molto bello, ma molto complicato. Una volta aperto non si riesce più a rimontarlo correttamente. Basta guardare le immagini qui sotto per capirlo. Oppure le immagini del fondino, che può essere lucido o opaco, nella colonna a destra, in basso.




Elenco le principali caratteristiche del modellino: cofano anteriore apribile in due metà, con riproduzione del motore, portiere apribili rivestite internamente e superiormente, volante e leva del cambio cromati, doppia capottina (distesa e ripiegata) intercambiabile, cornice cromata del parabrezza con specchietto, cruscotto cromato. Fari composti da vari pezzi e luci sui parafanghi, modanature cromate lungo la fiancata, paraurti e griglia cromati, ruote a raggi metallici (veri nella prima serie e finti nella seconda serie) con pneumatici in gomma.

Posteriormente, targa nera "PROVA MI 721", luci riportate, tappo serbatoio cromato, ruota di scorta. Brutta solo la vite che fissa la ruota di scorta: ci si poteva aspettare qualcosa di più. Modelli di fine produzione, con scatoletta in plastica, si trovano spesso anche con la targa nera
"MI B07032".

La carrozzeria, in genere, era dipinta in due diverse colorazioni, il rosso scuro e il color crema, entrambi pastello, con parafanghi neri: si tratta proprio di due colori Alfa Romeo previsti per l'auto vera. In realtà il rosso di prima produzione era leggermente più chiaro, mentre quello dell'ultima produzione era più scuro, direi bordeaux. Un limitato numero di modelli fu prodotto nel colore verde smeraldo metallizzato visibile nelle foto, oggi piuttosto raro. Qualche dubbio sull'esistenza della versione grigio metallizzato. Interni sempre e solo neri.

A parte le differenze nella targa, esistono varie altre differenze tra i modelli di prima produzione e quelli di fine produzione. La complessità del modellino rendeva antieconomica qualsiasi modifica: meglio non toccare niente, ma gli accessori rivelano varie differenze utili per abbinare al meglio modellini e scatolette. Più in basso, in questa pagina, tutti i dettagli.

Le scatolette possono essere di tre tipi: nell'ordine, quella del IV tipo (poco diffusa, ma visibile nelle immagini), quella del V tipo (la più comune) e quella in plastica del III tipo. Vedi più giù i criteri di abbinamento.

Le versioni con scatoletta in cartoncino erano accompagnate da due foglietti ripiegati: nel primo era riprodotta la lettera che la Carrozzeria Zagato inviò alla Politoys per complimentarsi sulla riuscita del modellino; nel secondo, invece, erano contenute alcune semplici istruzioni per l'utilizzatore del modellino, che evidenziavano la possibilità di scambiare le due capottine in dotazione.

Entrambi i foglietti sono riprodotti nelle immagini sottostanti. Nell'acquistare il modellino é bene ricordare che la presenza della scatoletta e dei due foglietti originali conferisce un indubbio valore aggiunto alla macchinina.










CRITERI DI CLASSIFICAZIONE
SERIE
RUOTE
VOLANTE
TARGA
VITE
TAPPO
SCATOLA
Prima
Vuote (raggi veri)
Razze forate
PROVA MI-721
Testa a taglio
Base e tappo
Cartone, IV o V tipo
Seconda
Piene (raggi in rilievo)
Razze piene
PROVA MI-721
Testa a croce
Solo tappo
Bubble box III tipo
Ultime
Piene (raggi in rilievo)
Razze piene
MI-B07032
Testa a croce
Solo tappo
Bubble box III tipo
Esistono anche altre differenze meno appariscenti che riguardano principalmente lo specchietto retrovisore, i lampeggiatori posti sui parafanghi anteriori, la marmitta ecc. Ritengo però che gli elementi elencati siano sufficienti: nelle scatolette in plastica si trovano in genere modelli con le ruote a raggi pieni, volante a razze lisce vite di fissaggio della ruota di scorta con testa a croce, tappo della benzina piccolo. La targa può essere "PROVA MI-721" oppure "MI-B07032".
Non ricordo di aver visto la targa "MI B090732" su questo modello.
Tra le eccezioni a questo criterio di classificazione osservo che capita di trovare modelli con ruote piene, ma con la vite di fissaggio della ruota di scorta con testa a taglio (se ne vede una più in basso) oppure (ma più raramente) modelli con le ruote a raggi veri e ruota di scorta fissata con una vite con testa a croce. In quel periodo le viti con testa a croce stavano prendendo il sopravvento e molti costruttori stavano già utilizzandole nei loro modelli (la RIO, ad esempio, mise da parte le vecchie viti per utilizzare le nuove).
 
 

ROSSO o BORDEAUX?

Che il rosso sia un "rosso scuro" e non un "rosso corsa" non c'é dubbio. Ma quale rosso? L'amico Uccio Silesu, appassionato di macchinine e di Alfa del passato, fonte di molte informazioni e immagini di questa e di altre pagine del sito, invia le immagini qui a fianco. I due modellini, da sinistra a destra, sono rispettivamente un seconda e un prima serie. La tonalità é diversa, e a dimostrarlo affianca alle macchinine la cartella dei colori Alfa Romeo utilizzata dai carrozzieri ufficiali della marca. Si vede che il modellino della prima serie é ROSSO 530, mentre quello della seconda serie (a sinistra) é ROSSO 1592 CARDINAL RED o un ROSSO 508, più scuro, direi bordeaux.

Ma la vera? Eccola qui sotto. Giudicate voi.



E quella color crema, rispecchia il colore reale?
ALCUNI ESEMPI

Scatoletta del V tipo, targa "PROVA MI 721"
Versione verde smeraldo metallizzato,
targa "PROVA MI 721"
Box in plastica del III tipo, targa "MI B07032"
(Vite della ruota di scorta non conforme)

Le ruote sono sterzanti, agendo sul volante
Parabrezza basculante, cruscotto cromato
Ancora box III tipo, con un modello rosso.