Tra gioco e modellismo
 

CORGI TOYS

 
Made in England - Scala 1:43
 
Ho bene impresso nella mente quel ragazzo, un po' introverso, che sognava le automobili e leggeva Quattroruote dalla prima all'ultima pagina, aspettando con ansia l'uscita di ogni nuovo fascicolo. Erano gli anni sessanta, nei club si ballava con Celentano e Patty Pravo e i più grandi si scambiavano di nascosto teneri baci. Ricordo quel ragazzo che guardava per ore le vetrine della Cartoleria Dessì, nel Corso Vittorio Emanuele, o dei negozi di giocattoli della famiglia Bolla, nella via Manno, stracolmi di modellini colorati.
E ricordo ancora quando ritagliava le pubblicità della Mercury o della Politoys per poi incollarle in un quadernetto nel tentativo di crearsi un archivio personale. Aveva ben pochi quattrini da spendere, ma quando capitava di poter disporre di un migliaio di lire, a volte meno, la sosta in quei negozi era irrinunciabile. La scelta spesso cadeva sui Politoys della serie M che sembrava offrissero di più per via della vernice metallizzata o delle varie "aperture" che corredavano ogni modello, ma sempre più spesso, uscendo dal negozio col modellino nuovo, era difficile sottrarsi alla fortissima attrazione di quelle scatolette gialle e blu, col cagnolino in campo rosso.

Ci sapevano fare i responsabili della Corgi Toys: per loro ogni modello doveva avere qualcosa di caratteristico, di unico, per poter così attirare l'attenzione dei ragazzini (a quei tempi i collezionisti adulti erano proprio pochini). E le diavolerie che escogitavano, d'altra parte, non potevano essere applicate contemporaneamente e indistintamente su tutti i modelli.
Ricordo bene quando uscirono la splendida Buick Riviera (art. 245 del 1964) e la Rover 2000 (art. 252 del 1965) con il dispositivo "Trans-o-lite" che simulava l'accensione dei fari (nella Riviera anche delle luci posteriori) quando un fascio di luce colpiva il lunotto (o il parabrezza). Come avrei voluto averle, ma non potevo e dovevo accontentarmi dei soliti modellini con i fari strass, e a volte anche senza quelli. Lo stesso dispositivo era installato anche sul furgone Commer 3/4 ton (art. 462 del 1970) con la presa di luce posta sul tetto della cabina di guida.
A sinistra:
due Riviera
(Gold e pale blue) con le luci accese davanti e dietro.
Da sinistra:
la Rover 2000 e il Commer 3/4 ton Van con le luci "Trans-o-lite" accese.

A volte, le caratteristiche di qualche modello sono state meno appariscenti del sistema Trans-o-lite, ma hanno reso comunque caratteristici i modellini. Ad esempio, nel 1961 venne immesso sul mercato uno dei modellini che più amo: la Bentley Continental (art.224). Qui la fantasia dei progettisti si è concentrata in vari punti: la splendida livrea bicolore, molto molto inglese, i grossi fari strass gialli anteriori, il bagagliaio apribile con la ruota di scorta incassata sul fondo e amovibile, le luci posteriori riportate e costituite da una base argentata su cui sono applicati i doppi piccoli strass rossi, lo sterzo a ruote indipendenti con sospensioni. Già, lo sterzo: non come quello delle Dinky Toys dell'epoca, realizzato semplicemente consentendo all'assale anteriore di ruotare di qualche grado con un meccanismo innaturale e inverosimile! In questo modello ciascuna delle ruote è posizionata su un piccolo perno collegato ad un braccio indipendente, con sospensione a molla elicoidale, e un dispositivo di richiamo collega i due braccetti e riposiziona le ruote in asse quando sono in posizione di riposo. Una vera finezza, anche se per sterzare occorre sempre premere sui parafanghi.

A sinistra: due diverse colorazioni per la Bentley Continental. Visibile il meccanismo di sterzo.

Lo stesso meccanismo di sterzo è riportato, pari pari, anche sull'art. 230 del 1962: la Mercedes Benz 220 SE coupé, anch'essa con il bagagliaio apribile e con la ruota di scorta amovibile. In questo caso, però, sia le luci anteriori che quelle posteriori sono verniciate. Identico modello, ma senza il meccanismo di sterzo, è stato prodotto con il codice 253, nel 1964. Notare che in entrambe le scatole è raffigurata erroneamente una versione berlina a quattro porte.

A sinistra: La Mercedes 220SE con lo sterzo (crema, #230) e senza (blu#252). Notare le differenze nel fondino del modello.

Un modello con cui ho "giocato" moltissimo, che consentiva di fare delle curve perfette e di parcheggiare in modo strepitoso, è la Volkswagen Maggiolino Safari (art. 256 del 1965). La presi di seconda mano, si fa per dire, in cambio di qualche altro giocattolo, verso il 1966-67. In questo modellino lo sterzo è proprio funzionante ma per volante si deve utilizzare la ruota di scorta posizionata sul tetto. Il modellino è splendido, con i paraurti all'americana, il fondo cromato e i fari strass gialli. Sono apribili entrambi i cofani: quello posteriore consente di accedere al motore. Per facilitare l'apertira di quello anteriore basta premere sulle sospensioni anteriori e un pernetto lo solleva di quanto basta per poterlo sollevare. Sugli stessi stampi sono state fatte altre versioni: polizia, vigili del fuoco, autoscuola ecc. Sono tutte dotate dello stesso meccanismo di sterzo, ma la ruota di scorta sul tetto è sostituita dalla luce blu o da un orrendo volante dorato, molto poco realistico.

A sinistra: la Volkswagen 1200 saloon in versione "Safari", con il rinoceronte, e in versione "Polizei".

Sullo stesso principio funziona lo sterzo della classica Austin A60 Driving School, art. 236 del 1964. All'interno i figurini dell'istruttore e dell'allievo. Esiste in due versioni, con guida a destra e con guida a sinistra (realizzata soprattutto per il mercato americano), art. 255. Le ho acquistate entrambe su eBay di recente.
L'istruttore ha sempre la camicia bianca e la cravatta. L'allievo ha la maglia nera nella versione guida a destra e rossa nell'altra.

A sinistra: la
A60 guida a destra (#236) e guida a sinistra (#255)

Ho ricordato, prima i fari Trans-o-lite della Riviera e della Rover 2000. La Corgi Toys molto spesso ha caratterizzato un modello proprio con i fari. Nel 1968 non seppi resistere alla tentazione ed acquistai la Oldsmobile Toronado (art. 264 del 1967). Bellissima, filante, blu scuro metallizato e con i fari a scomparsa (ruotando una ghiera dentata posta sotto a un parafango). La conservo ancora, nella sua scatolina originale, e da poco ho acquistato anche quella rosso metallizzato, con la ghiera diversa (con una levettina), il gancio di traino, le ruote staccabili e i golden jack: l'art. 276 del 1968. Bellissima anch'essa.

A sinistra: le
due Toronado. Quella blu è la #264. Quella rossa la #276, con ruote staccabili. Notare la differenza tra le scatole.

Un altro famoso modellino con i fari a scomparsa è la Chevrolet Corvette Sting Ray, art. 310 del 1963. In questo caso i fari, strass e gemellati, sono montati sulle basi che ruotano per semplice azione sui fari stessi. E' un meccanismo semplificato rispetto a quello della Toronado, ma il modello è uscito quasi 5 anni prima: la sede dei fari è in metallo, mentre quello della Toronado è in plastica cromata. Da segnalare la successiva uscita della Chevrolet Corvette Sting Ray Stock Car, art. 337 del 1967, che non dispone più dei fari a scomparsa: è quella gialla, col motore che sporge al di fuori del cofano, con i grossi tubi di scappamento che corrono lungo la base della fiancata.

A sinistra: due diverse colorazioni per la Chevrolet Corvette Sting Ray
A sinistra: la Corvette Sting Ray Stock Car, gialla.
Più a destra, il televisore della Lincoln visto dal lunotto posteriore.

Proseguendo la nostra analisi sulle "diavolerie" escogitate dai progettisti Corgi Toys per interessare i possibili acquirenti, non si può non segnalare la grande Lincoln Continental (art. 262 del 1967), tutta apribile e con il televisore interno funzionante (dotato di alcune diapositive che si inserivano sotto la vettura). Ma degna di nota è la maestosa Mercedes Benz 600 Pullman (art. 247 del 1964). Questo modello, realizzato solo in rosso scuro metallizzato, ha una caratteristica unica: i tergicristalli funzionanti. Sotto la vettura è presente un deviatore che consente di attivare o disattivare il meccanismo che fa muovere le spazzole del tergicristallo all'avanzare del modello. L'idea fu di grande effetto, ma fu subito chiaro che un tergicristallo esterno sarebbe risultato troppo fragile e si optò per disporlo all'interno del parabrezza. L'effetto scenico, ovviamente, ne risentì, malgrado la lavorazione del parabrezza che presenta minute goccioline in rilievo nei punti non spazzati dal tergi. Si segnala, per completare la descrizione del modello, la presenza del vetro di separazione tra la cabina di guida e la zona passeggeri, nonchè la presenza dei vetri discendenti nella zona passeggeri (non era, però, una novità, in quanto presente in modelli della Dinky Toys e di altri costruttori).

La Mercedes Benz 600 Pullman del 1964 - art. 247

Una serie di modellini, 5 se non ricordo male, fu realizzata con le ruote staccabili e i golden jack: questi erano quattro levette, poste sotto al pianale vicino alle ruote, che consentivano lo sbloccaggio delle singole ruote e che reggevano il modellino quando la ruota era stata rimossa, come quattro crick. Nelle foto qui sotto si possono vedere i cinque modelli: la Mini Marcos 850 (art. 341 del 1968), la Oldsmobile Toronado rossa (già citata per i fari), la Rover 2000 TC (art. 275 del 1968) e la Hillman Hunter (art. 302 del 1969). A questi si aggiunge la bellissima Chevrolet Camaro SS (art. 338 del 1968) che dispone anche dei fari a scomparsa per scorrimento orizzontale delle griglie nere e del tetto smontabile.

Da sinistra: la
Mini Marcos 850 GT (#341) e la Hillman Hunter (#302), con la valigia porta attrezzi apribile fissata sul tetto.
Da sinistra: la Oldsmobile Toronado (#276) e la Rover 2000 TC (#275) col tetto trasparente e la ruota di scorta sul bagagliaio.
Da sinistra: 2 immagini della Camaro SS (#338). I fari anteriori sono a scomparsa agendo sulle due levette poste sotto al paraurti anteriore.

Ulteriori preziosismi degni di segnalazione i sedili scorrevoli della Mini Marcos (non i semplici schienali ribaltabili, come in altri modelli Corgi e no, ma proprio i sedili che scorrono avanti e indietro sulle guide) e la ruota di scorta esterna della Rover 2000TC, posta all'interno dell'alloggiamento sistemato sul bagagliaio, al centro del cofano (proprio come si poteva avere a richiesta dalla Rover nell'auto vera).
La possibilità di staccare le ruote, e quindi di perderle, portò la Corgi Toys a produrre serie complete di ruotine di ricambio per i modellini.

E ancora, è interessante segnalare un altro ritrovato della Corgi: il telaio, completo di motore, sospensioni e ruote, staccabile dalla carrozzeria: è applicato sulla De Tomaso Mangusta (art. 271 del 1969), e sulle Lotus Elan S2 hardtop (art. 319 del 1967).

A sinistra: la
DeTomaso Mangusta #271 e la Lotus Elan S2 Hardtop #319. In entrambe il telaio, con motore, ruote ecc., si separa dalla carrozzeria.

Quando poi la creatività dei progettisti scemava, allora si creavano nuovi articoli inserendo personaggi nelle confezioni, a corredo del modellino. Apparvero così intere generazioni di piloti, sciatori, giocatori di golf, poliziotti con cane, surfisti, bagnanti in costume, gelatai, lattai, pompieri, elettricisti, clown, oratori e così via. Spesso i personaggi erano solo animali, come il rinoceronte della VW Safari o il canguro della Hillman Hunter. Frequente la presenza del cagnolino Corgi accucciato sui sedili (Fiat 600 Jolly) o sulla cappelliera sotto al lunotto (Ghia V8, Ford Mustang). Bellissima, a tal proposito, la Chevrolet Impala Kennel Club, per il trasporto dei cani, dotata di quattro cani tutti diversi che possono essere estratti da altrettanti sportelli mobili. La "fauna" Corgi crebbe poi considerevolmente con la serie dedicata al Circo Chipperfiels, che movimenta alquanto, rendendole affascinanti, le vetrinette di noi collezionisti.

A sinistra: la
Ford Cortina (#440) con il giocatore di golf, il caddy e il carrello per le mazze. Più a destra la Mini Police Van (#448) con poliziotto e cane.
A sinistra: due delle tante versioni della Citroen ID19, la Winter Sports (#475) e la Alpine Rescue (#513).
A sinistra: La Fiat 600 Jolly con due bagnanti a bordo (#240) e la Chevrolet Impala Kennel Club, completa dei 4 cani (#486).

Tra tutte queste affascinanti macchinine la più nota è però l'Aston Martin DB5 di James Bond, usata dall'agente 007 in GoldFinger. La prima versione, art. 261 del 1965 (ne sono stati prodotti, in tempi successivi, vari milioni di unità in tante versioni e scale), disponeva anteriormente di mitragliatori a scomparsa e di rostri paraurti che scattavano in avanti, e , posteriormente, di schermo antiproiettile che proteggeva il lunotto. Il tetto era apribile a molla e determinava l'espulsione del passeggero armato dalla vettura. Ovviamente il figurino di 007 era alla guida. Nella versione successiva si aggiunsero i rostri sporgenti sulla ruota posteriore.

A sinistra: la
prima versione della Aston Martin DB5 di James Bond nella sua bella confezione.

La serie di 007 e di altri personaggi del cinema o dei fumetti, portò le Corgi Toys a somigliare più a dei giocattoli che ai modellini delle vetture che sognavo. L'introduzione delle ruotine veloci (Whizzwheels) e le disavventure economiche dell'azienda fecero il resto. Le Corgi Toys non furono più le stesse e le abbandonai. Ormai il ragazzino era cresciuto: avevo la patente.
A trent'anni di distanza ecco che la passione si riaccende, forte più che mai. Casualmente, per colpa di una FIAT 128 prima serie, rossa, in scala 1:43 della RIO, identica a quella che possedetti vera tanti anni fa: vederla e prenderla fu una cosa sola, così come ricercare il vecchio scatolone dei ricordi nella cantina. Le macchinine erano ancora là, in silenzio, ad aspettarmi.
Ora la famiglia è molto più numerosa, soprattutto grazie alle aste on line. Tra gli ultimi acquisti il bel Bedford Carrimore (art. 1101 del 1957) con il suo carico di modellini ancora privi di sospensioni, alcuni privi di arredamenti interni. Proviene direttamente dall'Inghilterra. E' un po' scrostato, lo ammetto, ma non lo restaurerò mai. Ha senz'altro reso felice un ragazzino come me e le sue scrostature sono medaglie al valore. Eccolo qui sotto.

A sinistra: due immagini del Bedford Carrimore (#1101) con a bordo quattro automodelli.

Chi volesse vedere la mia collezione di Corgi Toys può cliccare sul link qui sotto e accedere alla sala proiezione. Si consiglia di premere F11 per una migliore visione delle pagine.