La serie "cinquecento"

 

POLITOYS-M


scala 1:43
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Updated 25/11/2010
Art.525 (1967)
Ferrari 250 Le Mans Pininfarina

Come molti miei coetanei, da bambino ho iniziato a collezionare i modellini in plastica prodotti dalla Politoys in scala 1:41 circa. Ricordo i primi quattro, avuti in dono il giorno di Natale di uno dei primi anni sessanta (mi sfugge l'anno esatto, ma penso fosse il 1962): una FIAT 1800 chiara con il tetto nero, una Lancia Flaminia berlina, anch'essa bicolore, una Giulietta SS e una FIAT 2300 Coupè Ghia, entrambe rosse e con le portiere apribili. 
Costavano appena 400 lire l'una, quelle apribili, e così il parco auto crebbe considerevolmente come, di pari passo, la mia passione per le macchinine. Si aggiunse così la Cadillac celeste, l'Anglia grigia, la Flavia berlina rossa, la Flaminia coupè grigia, la Giulia verde acqua, il furgone Alfa Romeo 2° in versione militare, la FIAT 600 grigia, la caravan rossa, la Opel Kapitan bordeaux, la FIAT-SIATA 1500 bianca, la FIAT 1500 familiare celeste, la Ford Taunus 17M celestina e tante altre ancora.

Qualche anno dopo, era il 1965, su Topolino cominciarono ad apparire le immagini pubblicitarie della serie in M, cioè in metallo, in scala 1:43, cioè un po' più piccoline delle altre. Costavano il doppio, 800 lire, ma erano tutt'altra cosa: totalmente apribili, con i sedili reclinabili e la riproduzione del motore, dotate di sospensioni e quasi tutte verniciate con colori metallizzati. E non perdevano le ruote in curva! Già, quello di perdere le ruote era il più grande difetto della serie in plastica: le ruote, in gomma su cerchione di plastica, venivano semplicemente trafitte dal perno di ferro che ben presto "ciurlava" e fuoriusciva. Che strazio! Ogni volta occorreva ispessire il perno con pezzetti di carta o nastro adesivo. La serie M, invece, aveva il perno passante, ribattuto all'esterno del cerchione: non si riusciva a fare le curve bene come con le ben più costose Dinky Toys o Tekno, ma andavano comunque benone.

La prima fu la IM3 della foto a fianco (è ancora il modellino originale). Si viaggiava bene sulla IM3 azzurro chiaro che un mio zio acquistò al posto della A40: bassa, sportiva, velocissima e molto confortevole. Mi capita raramente di incontrarne qualcuna per strada e ogni volta mi fermo a lungo ad osservarla. Acquistando il modellino anch'io, a modo mio, la possedetti. Poi vennero le altre: la "Pagodina", la Flavia coupè Zagato, la "600", la Giulia TZ (che perdette quasi subito il retrovisore destro), la Fulvietta, e così via. 

Il confronto con la serie in plastica non reggeva più e così uno squallido giorno dell'estate del 1971, uno di quei giorni che forse era meglio rimanere a letto, misi i miei modellini in plastica, quasi tutti con la scatola originale, dentro una vecchia valigia di cartone, insieme alla serie originale e completa dei fumetti di Gordon, e regalai il tutto a mio cuginetto, quello che viaggiava sulla IM3 vera. 
D'altra parte mi ero appena diplomato al liceo classico e stavo perfezionando la mia iscrizione alla facoltà di ingegneria; quei modellini "da bambino" non erano adatti ad uno studente universitario. Uno solo scampò all'epurazione: la FIAT-SIATA 1500 coupè, bianca, che conservo ancora: si salvò perchè era smontata e priva dei quattro strass anteriori. Li avevo "strappati" io per incollarne due, in qualità di fendinebbia, all'interno della calandra della splendida Ferrari 275 GTB (Art. 540), l'ultimo modello che acquistai nuovo.

La concorrenza delle altre marche era notevole: la Corgi Toys, ad esempio, cercava di caratterizzare ogni modello con qualcosa di nuovo, qualche gadget o qualche apertura in più, come la DB5 di 007. La Solido riuscì a fare la Mustang con la luce interna funzionante all'apertura delle porte! L'ho acquistata via Internet su iBazar, prima che avvenisse la fusione con eBay.
Le Politoys-M erano già completamente apribili e costavano meno. Cos'altro avrebbero potuto avere?
Nacquero così gli interni con "effetto velluto", come quelli della Rolls Royce Silver Cloud III (Art. 518), i quattro sportelli apribili della Maserati 4porte (Art. 541 del 1968), le sette aperture della Ferrari 250 Le Mans (Art.525, vedi la foto con tre modellini a fianco al titolo): 2 porte, 2 cofani, 2 tappi carburante e una delle due alette sul tetto. Modelli sempre più complessi e dal costo di produzione sempre più elevato. 

Smontare una Politoys-M è sempre stato facile: il fondo è fissato con una o due viti. Rimontarle, invece, richiede perizia. Non i primi modelli, composti da meno di una dozzina di pezzi, ma alcuni modelli successivi richiedono capacità non comuni.
E' difficile, ad esempio, rimontare in modo perfetto una 250 LM sette aperture: collettori e tubi di scarico se ne vanno per conto loro, così come la molla della sospensione posteriore o i fari anteriori. Una volta rimontato tutto si ha sempre la sensazione di avere un modello invecchiato ("giocato" come si dice su eBay), che non funziona più come prima. Per questo è più facile trovare Corgi Toys e Dinky Toys rimaste efficienti grazie ai fondini rivettati, che non consentono grandi manipolazioni.


Un altro modellino che scoraggia l'appassionato di smontaggio è l'Alfa Romeo Giulia Gran Sport Quattroruote Zagato (art. 532 del 1967, riprodotto qui sotto). E' l'unico modello Politoys-M in scala 1:43 con lo sterzo funzionante: le ruote sono proprio collegate al volante. La complessità del rimontaggio appare evidente anche solo guardando il fondino e le sospensioni posteriori con bracci oscillanti e molle elicoidali.


La possibilità di smontaggio, però, consente anche qualche vantaggio: è più facile effettuare personali elaborazioni e, soprattutto, è possibile da due modelli imperfetti ricavarne uno buono. 
Corgi Toys, Dinky Toys, Spot On dispongono di servizi ricambi, accessibile anche via Internet; Politoys-M no. Il ricambio si prende da modelli incompleti, che conviene comunque conservare.
A testimonianza delle possibilità di una facile elaborazione inserisco anche l'immagine di una mia creazione ancora da ultimare. La iniziai verso il 1970, ma la lasciai incompleta. L'ho ritrovata di recente nella cantina dei miei genitori e ho sentito il dovere morale di recuperarla e di ultimarla. Si tratta di una versione cabriolet della Maserati 3500 GT prima versione (art. 501).

Chi intende acquistare oggi Politoys-M stia attento alle serie e alle piccole truffe: di alcuni modelli esistono seconde serie, con identico numero, riconoscibili soprattutto dalle ruote e dai colori. Le ruote a raggi della prima serie hanno i raggi solo incisi, con il gallettone centrale; le seconde serie, invece, hanno i raggi veri (pochi, ma attraversati dalla luce), più brutti. Nella foto qui sotto i due tipi di ruota. 

Capita, inoltre, di riuscire a recuperare a volte il solo fondo di un modellino distrutto; tale fondo può essere sostituito a quello di una copia effettuata in Russia che può essere spacciata per modello originale Politoys moltiplicandone il valore.

A proposito delle scatolette, per cercare di aiutare i collezionisti nel riconoscere le giuste scatolette da abbinare ai modellini ho predisposto una nuova pagina web dedicata unicamente alle scatolette delle Politoys-M.
Vale la pena darle uno sguardo (e di segnalare, come sempre, la presenza di eventuali errori o inesattezze).
Il link è qui sotto.

Un interessante articolo sulle Politoys-M lo si può trovare sul primo numero della bella rivista quadrimestrale "Miniauto & Collectors", della Giorgio Nada Editore. 
Art.503 (1965)
Mercedes Benz 230 SL
Art.504 (1965)
Ferrari 250 GT berlinetta
Art.504 (2ªserie)
Ferrari 250 GT berlinetta
Art.508 (1965)
Innocenti IM3
Art.509 (1965)
Lancia Flavia Zagato
Art.511 (1965)
FIAT 600
Art.515 (1965)
Iso Rivolta GT Coupé
Art.516 (1966)
Alfa Romeo Giulia TZ Zagato
Art.518 (1966)
Rolls Royce Silver Cloud III
Art.520 (1966)
Lancia Fulvia Coupé
Art.527 (1967)
Porsche 912
Art.529 (1967)
Alfa Romeo Giulia Canguro
Art.535 (1968)
Porsche 904
Art.540 (1968)
Ferrari 275 GTB
Art.546 (1969)
BMW 2000 CS