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LANCIA LAMBDA TORPEDO 1925

Art. 5 - 1962
DESCRIZIONE DEL MODELLO...






Il fondino é quello della versione hardtop, compreso il codice articolo "2".
Mancano, però, le maniglie in metallo applicate alle portiere, presenti sulla hardtop,
ma sono rimaste al loro posto le maniglie cromate ferma cofano.

PARTICOLARI...

Con la versione "hardtop" della Lambda la DUGU lasciò tutti stupiti: impossibile fare di meglio in una scala così piccola. Con questa versione aperta si volle dare il colpo di grazia alla concorrenza: la mancanza del tetto consentì di dotare il cruscotto di una strumentazione davvero eccezionale: gli strumenti hanno anche le lancette. A distanza di tanti anni le due Lambda DUGU possono procedere a testa alta.

Corpo vettura in metallo pressofuso (zamak), basamento e parafanghi in un unico pezzo di plastica nera. Arredamento interno in plastica nera. Organi meccanici in plastica, accessori vari in plastica (targa, radiatore fari...) o in metallo cromato (maniglie apricofano). Ruote con cerchi a raggi, in plastica nera, e con gallettoni in plastica cromata. Pneumatici in gomma scolpita con grande realismo.

Svitando le due viti presenti sul fondino (sempre con testa a taglio) il modello si apre in due (attenzione a non spaccare il radiatore che é incollato alla base, ma é spesso incollato anche alla carrozzeria per evitare che possa muoversi).
All'interno sono presenti la lunga leva del freno a mano e la leva del cambio, più corta e verticale. Le due leve, in genere, non erano montate sulla versione hardtop. All'esterno, posteriormente, un perno in ottone, fuoriesce dalla carrozzeria il tanto necessario per infilzarvi le due ruote (non perdete tempo a separarle tra loro perché non ci riuscite). Attenzione, infine, alla targa: é molto esposta e il sottile dentino di plastica che la fissa al foro della carrozzeria si tronca facilmente.

Insieme alla base, invece, vengono via il radiatore, i bellissimi fari, il gruppo della tiranteria dello sterzo, il ponte posteriore, lo scappamento e l'albero motore con differenziale e semiassi... Questa parte, tutta in plastica, é la più fragile. Soprattutto la tiranteria dello sterzo: se si rompe qualcosa sono dolori. Praticamente impossibile ripararla prendendo i pezzi da un altro modello. Stesso discorso per il complesso sistema di braccetti che reggono i due splendidi fari.

Le ruote sono un altro punto dolente del modello. I cerchi in plastica diventano morbidi, si deformano, si fondono con i pneumatici e con la plastica delle balestre. Impossibile riuscire a cambiare un pneumatico senza rovinare il cerchio o rompere qualcosa. Con grande attenzione e un po' di fortuna é possibile sostituire una ruota intera, ma non sempre... il gallettone, infatti, può essere di due tipi diversi: smontabile o incollato. Quello smontabile, più grosso e con il gambo che entra nella ruota fissandola all'asse, si smonta facilmente. Quello incollato, invece, se si stacca non lo si riposiziona più se non incollandolo e rendendo fissa la ruota.









Il modello veniva venduto (a circa 2000 Lire) in scatoletta di cartoncino rivestita da una pellicola trasparente termosaldata, che crea due vetrinette circolari da cui é possibile vedere il colore del modello contenuto all'interno. La si vede nelle foto.
Successivamente la confezione é stata impreziosita (il modello lo meritava) e si é passati alla scatola in plastica (vetrinetta) composta da base (in genere grigia) e cupoletta squadrata in plastica trasparente. La vetrinetta veniva poi inserita in una scatoletta di cartone con finestra laterale molto ampia. La confezione era generica e il nome del modello appariva solo su una striscia adesiva, in carta, applicata alla parte trasparente e parzialmente visibile anche quando la scatoletta in plastica era inserita in quella in cartoncino.

... E DELL'AUTO VERA I COLORI

Vettura di lusso costruita dal 1922 fino al 1931. Il modello riprodotto dalla DUGU, dovrebbe essere un VI serie, prodotto dal 1925, perché 6 posti e, quindi, passo lungo. Quello, molto simile, custodito al Museo Giovanni Agnelli di Torino (al tempo Museo Carlo Biscaretti di Ruffia) é datato 1928.

Specifiche tecniche

Carrozzeria: torpedo a 6 posti
Motore: 4 cil. a V stretto
Cilindrata: 2.120 cmc
Potenza: 49 CV a 3.250 giri/min
Accensione: magnete alta tensione
Frizione: a dischi multipli, a secco
Cambio: 3 velocità + retromarcia
Trasmissione: cardanica
Freni: idraulici sulle 4 ruote
Peso: 1.220 kg
Velocità: 115 km/h

Caratteristica di questo modello fu la carrozzeria portante, molto bassa grazie alla realizzazione del tunnel centrale occupato dall'albero di trasmissione. L'albero poteva quindi stare a fianco dei sedili, e non sotto, consentendo di ridurre considerevolmente l'altezza da terra.

Il modello é stato prodotto in vari colori: il beige, il verde scuro, il rosso, il giallo sabbia e il grigio chiaro. I parafanghi e l'arredamento interno sono sempre di colore nero. Non é prevista la capote, neanche ripiegata.