Modello piccolo, poco attraente, ma sufficientemente robusto e proprio
per questo abbastanza facile da trovare in perfette condizioni e con
la sua scatoletta in condizioni molto buone. Ricorda molto i modelli
inglesi della contemporanea serie "Model of Yesterears" della
Matchbox: vernici spesse, accessori robusti, mancanza dei vetri ecc.
Le inglesi, però, montavano ruote di migliore fattura, spesso
in metallo, ed erano rivettate e custodite in scatolette dall'apetto
più rifinito. E costavano di meno...
Pochi pezzi, pochi accessori, semplificazione costruttiva ecc. rendono
robusto il modello ma l'immagine complessiva é di una decisa
povertà di finitura. Radiatore, sedili, volante (escluso lo stelo)
in plastica nera. Cerchi ruota in plastica rossa o gialla che "impoveriscono"
il modello. I pneumatici sono lisci e sottili, in plastica, diversi
da quelli cui la Dugu ci ha abituati con la serie più nobile.
Stesso discorso per il fondino, quasi del tutto liscio e ricavato con
fusione separata. Lo movimentano solo le viti di assemblaggio e le scritte
in rilievo, ma non c'é traccia di organi meccanici riprodotti
in scala e riportati. Anche le due catene di trasmissione del moto alle
ruote posteriori sono ricavate nella fusione del fondino, insieme alle
balestre, e risultano, pertanto, eccessivamente grossolane e bianche.
Nell'originale le catene erano simili, solo un po' più grosse,
alle catene di una comune bicicletta, quindi nere.
Corpo vettura, fondino e parafanghi in metallo pressofuso (zamak).
Sedili, capote, radiatore, in plastica. Ruote con cerchi in plastica
e pneumatici in plastica nera, liscia.
Osserviamo che le ruote posteriori sono giustamente molto più
grandi di quelle anteriori, ma anche che la Dugu le ha realizzate comunque
a 10 raggi mentre la vettura vera, posteriormente, aveva ruote con 16
raggi.
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Questa piccola vetturetta incontrò il favore del pubblico. Nel
1899 ne furono prodotte ben 572. Nel 1900 ancora di più: ben
603. Come al solito, la Dugu rilevò dimensioni forme e colori
direttamente al Museo Carlo Biscaretti di Ruffia (oggi Museo Giovanni
Agnelli). La carrozzeria "Break" del modello esposto é
stata realizzata nelle Officine Giuseppe Ricordi, a Milano.
Il modello rispetta in gran parte i colori della vettura custodita al
museo, che ha il basamento bianco, le balestre bianche, la carrozzeria
verde scuro, e gli inserti nella carrozzeria color marrone scuro.
Di fantasia, invece, il colore delle ruote (rosse o gialle) che nel
modello originale sono nello stesso colore degli inserti delle pannellature.
Inoltre, sull'auto vera gli inserti sono colorati di marrone scuro anche
nei pannelli laterali, di coda e sul retro delle spalliere delle panchette
posteriori. La Dugu si limito a colorare il solo grande pannello frontale.
D'altra parte il modello é della serie economica...
Specifiche tecniche
Motore: 2 cilindri, orizz. contrapposti
Cilindrata: 2.280 cmc
Potenza: 8 CV a soli 750 giri/min
Accensione: bobina con ruttore
Frizione: a cinghia
Cambio: 3 velocità
Trasmissione: a doppia catena
Velocità massima: 35 km/h
Peso: 680 kg
Ruote con cerchi in legno a 10 raggi sulle ruote anteriori e a 16 raggi
su quelle posteriori. Le ruote posteriori sono molto più grandi
di quelle anteriori.
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Il modello é stato prodotto in un unico abbinamento di colore:
il verde scuro con pannello frontale marrone scuro. Il basamento
é bianco, la capote color beige, montanti del tetto, scaletta
posteriore, fanaleria e stelo del volante dorati, sedili e volante neri.
Ruote rosse o gialle.
Scatoletta tipica della serie "Museo", del tipo
che gli inglesi definiscono "closed box", cioé senza
finestra.
D'altra parte, la finestra serviva principalmente per vedere di che
colore era il modellino, ma le Benz Break Dugu erano tutte uguali (a
parte il colore delle ruote).
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