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Art.
M4 - 1964
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DESCRIZIONE DEL MODELLO... |
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PARTICOLARI... |
Modello piccolo, poco attraente, ma sufficientemente robusto e proprio
per questo abbastanza facile da trovare in perfette condizioni e con
la sua scatoletta in condizioni molto buone. Ricorda molto i modelli
inglesi della contemporanea serie "Model of Yesterears" della
Matchbox: vernici spesse, accessori robusti, mancanza dei vetri ecc.
Le inglesi, però, montavano ruote di migliore fattura, spesso
in metallo, ed erano rivettate e custodite in scatolette dall'apetto
più rifinito. E costavano di meno... Corpo vettura, parafanghi e predellini in metallo pressofuso (zamak).
Sedili, capote, radiatore, in plastica. Ruote con cerchi in plastica
e pneumatici in plastica nera, liscia. |
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... E DELL'AUTO VERA | I COLORI | |
Lo si recupera con poca spesa questo modellino Darracq. Alcuni si chiedono
come mai la Dugu scelse proprio questa vetturetta per riprodurla in
scala. Al Museo Carlo Biscaretti di Ruffia (oggi Museo Giovanni Agnelli)
erano disponibili vetture molto più attraenti. Perché
mai scegliere una vetturetta col cofano stile Renault e nome francese.
Già. Alexandre Darracq fondò la Automobiles Darracq S.A.
nel 1896, vicino a Parigi, ma aprì anche due stabilimenti in
Italia, prima Napoli (1906) e poi a Milano (1907, Portello). Quando
si rese conto del fatto che le sue vetture erano poco adatte alla tipologia
delle strade nostrane decise di abbandonare la produzione italiana e
cedette lo stabilimento milanese alla nascente Anonima Lombarda Fabbrica
Automobili (A.L.F.A.) che diede poi origine all'Alfa Romeo. E guarda
caso anche l'Alfa Romeo andò a produrre auto nel napoletano (le
Alfasud). |
Il modello é stato prodotto in un unico colore: il rosso lacca. Capote bianca, bordo dei parafanghi e del predellino dipinti di bianco, montanti del tetto, cruscotto, fanaleria e stelo del volante dorati, sedili e volante neri. Ruote bianche. Scatoletta tipica della serie "Museo", del tipo
che gli inglesi definiscono "closed box", cioé senza
finestra. |