Al Salone dell'Auto di Ginevra, nel 1966, l'Alfa Romeo presentò la nuova "1600 Spider", con carrozzeria Pininfarina a forma di osso di seppia, ispirata a quella di precedenti esemplari unici. La meccanica era quella della Giulia e la nuova vettura nasceva per essere affiancata alla versione coupé, la Sprint GT di Bertone, ma il prezzo risultò poi ben superiore. La nuova spider fu la vettura guidata da Dustin Hoffman nel film "Il laureato" e le splendide riprese del film, complice anche la travolgente musica di Simon&Garfunkel che ne accompagnava gli spostamenti, la portarono subito alla ribalta: la spider é forse oggi la vettura Alfa Romeo più conosciuta in tutto il mondo.

Contestualmente all'esposizione di Ginevra, l'Alfa Romeo lanciò un concorso per battezzare la neonata spider: tra le varie decine di migliaia di proposte si scelse il nome "Duetto" e le prime vetture prodotte portarono quel nome. Quasi subito, però, un'azienda alimentare avviò una causa contro l'Alfa Romeo, in quanto detentrice del diritto ad usare commercialmente quel nome. L'azienda milanese dovette rassegnarsi a eliminare il nome Duetto dal cofano posteriore. Ma per quelli come me, cioè per quelli che erano ragazzi negli anni sessanta, la spider rimase "Duetto" per sempre e spesso chiamiamo ancora, impropriamente, "Duetto" anche le versioni successive, caratterizzate dalla coda tronca e quindi non più a "osso di seppia".

Il modellino della Mebetoys è certamente molto bello e ben accessoriato. Le portiere e i due cofani sono apribili e c'é la possibilità di avere la versione aperta, con una piccola capottina ripiegata dietro al divanetto posteriore, oppure chiusa con l'hard top dotato di vetri laterali e di lunotto. Manca solo la possibilità di avere anche la capottina in tela in posizione sollevata, ma sarebbe pretendere davvero troppo.

Analizziamo in dettaglio la dotazione. L'abitacolo ha i sedili ben riprodotti, in plastica marrone, dotati di schienali ribaltabili in avanti. Tutte le serie prodotte hanno l'arredamento interno marrone. Il pavimento ha lo stesso colore dei sedili e sul tunnel centrale é presente la leva del cambio cromata, con manopola a palla. La leva del cambio, in realtà, è più adatta a una 128 che a una Duetto: è verticale. Sarebbe dovuta essere applicata sul rigonfiamento del cambio (che c'è) e disposta in posizione obliqua. La "stranezza" maggiore, però, è la plancia in plastica trasparente, realizzata in un unico pezzo col parabrezza. Per evitare l'effetto "blocco di ghiaccio" la Mebetoys ha pensato di applicarvi sopra, incollandola, una striscia dorata che riporta gli strumenti, il cassettino e qualche altro comando. Un tocco di nero sulla parte superiore non avrebbe certo guastato, ma è chiaro che dipingere la parte superiore senza sporcare il parabrezza avrebbe rallentato molto i tempi di produzione e aumentato i costi. Il volante è nero e diventerà cromato solo nelle ultime produzioni (serie Gran Super).

Il bagagliaio è ben rivestito (stessa plastica dell'arredamento interno) con finta valigia per nascondere la filettatura della vite che fissa il fondino. Le luci posteriori sono verniciate con un tocco di smalto rosso. Bello il paraurti sagomato, dotato di rostri, che comprende anche il porta targa e la targa nera in carta adesiva. Sul cofano, in risalto, la scritta "Alfa Romeo".



Il cofano anteriore nasconde una riproduzione cromata del noto bialbero, sovrastata dal gruppo filtro dell'aria-tubo di aspirazione, in plastica nera. Il gruppo filtro-tubo resterà a lungo e sarà soppresso solo a fine carriera, su una parte delle "Gran Super". Qualche critica al sistema scelto per incernierare il cofano, più adatto a modelli con cofano non arrotondato sul davanti. Sulla Duetto i due cardini sono troppo arretrati e il cofano si apre, ma troppo poco e non si riesce ad apprezzare molto la preziosa possibilità vedere il motore.
Belli i due fari in plastica trasparente "piena" che simulano in modo egregio le cupolette trasparenti della vettura vera. Paraurti cromato, comprendente lo scudetto Alfa.

Il fondino del modello è verniciato di nero: è quasi liscio e riporta in rilievo solo alcuni organi meccanici, tanto per dire che ci sono. E' fissato con due viti cromate, con la testa a croce. Fin dall'inizio è presente, posteriormente, il codice articolo "A-18". Presenti ovviamente le sospensioni. Le ruotine hanno pneumatici in gomma nera e cerchi inizialmente piatti, cromati a cinque asole, poi a sei asole (più grandi delle precedenti), poi ancora a 5 asole e infine a 10 fori, sagomati, che fanno molto Alfa Romeo. Il ritorno ai cerchi a 5 asole dopo quelli a sei asole grandi è testimoniato da uno studio statistico sulle targhe di numerosi esemplari. Sulle ultime versioni (Serie Gran Super) si trovano anche i cerchi sagomati a sette feritoie comuni a molti modelli, belli, ma che con la Duetto hanno poco a che fare.

Proseguiamo nella descrizione seguendo cronologicamente l'evolversi delle scatolette.

SCATOLETTA MARRONE (FINESTRATA)
La scatoletta "1-26" per questo modello non l'ho mai vista. La stragrande maggioranza delle Duetto ha la scatoletta "1-27", ma esiste anche la "1-30", molto più rara. Le scatolette "1-40" non le ho mai incontrate e probabilmente sono state saltate, passando direttamente alle scatolette gialle "Mattel-Mebetoys" o a quelle in plastica. Ruotine a parte i modelli sono sempre gli stessi e la gamma colori è applicata in modo abbastanza omogeneo con tutti i tipi di ruotina (tranne quelle con cerchi a sette asole che si trovano solo sull'ultima produzione). Targhe "MI D...", "MI E..." e "MI F...". Fondini sempre neri, volante sempre nero. Da notare la parola "Spyder" al posto di "Spider", sia sulla scatoletta che sul fondino.