Forse perchè verso la metà degli anni sessanta avevo poco più di dieci anni, o forse perchè erano davvero belle, le automobili sportive italiane di quel periodo hanno lasciato in me un ricordo indelebile. Ricordo quando venne presentata, al Salone dell'Auto di Ginevra del 1966, la Lamborghini Miura disegnata da Marcello Gandini per la Carrozzeria Bertone. E ricordo le prime versioni prodotte, ancora più belle del prototipo. I 300 km/h erano di serie, così come era "di serie" l'espressione preoccupata, un po' stizzita, dei neo proprietari di Ferrari 275 GTB, di Iso Grifo, di Maserati Mistral, Bizzarrini ecc. che non potevano più sbandierare le loro nuove supercar perchè vicino alla neonata Miura erano roba vecchia, tutte.

L'entusiasmo per la nuova poderosa vettura non poteva lasciare indifferenti i costruttori... di macchinine: la prima riproduzione venne dalla Mebetoys, nel 1967. L'anno dopo fu la volta della Edil Toys e della Solido, seguite, l'anno dopo ancora, dalla Politoys. Poi venne la Corgi , la Matchbox ecc. La versione Politoys è la più bella di tutte, con le sue sei aperture: fu l'unica a consentire l'apertura del bagagliaio (posizionato tra il propulsore e lo "specchio di poppa") e della griglietta per il rabbocco veloce di acqua e olio. E fu l'unica a curare la riproduzione dello strepitoso abitacolo di impostazione aeronautica. Ma questa Mebetoys fu la prima e rimane comunque meravigliosa, anche se poi dovette migliorare proprio l'abitacole ed adottare i due retrovisori per poter reggere la concorrenza con la versione Politoys.

Quattro le aperture: le due portiere, il grande cofano anteriore occupato dalla ruota di scorta, e la carenatura posteriore che nasconde la riproduzione del 12 cilindri di 3.900 cmc disposto trasversalmente. Nell'abitacolo, il volante e la leva del cambio sono in plastica cromata. Interni quasi sempre neri, ma si trovano esemplari delle prime serie con l'interno marrone chiaro.

Il fondino del modello è verniciato di nero ed è quasi liscio: viene movimentato più dalle scritte che dalla riproduzione di organi meccanici. Si fissa alla carrozzeria con due viti cromate con testa a croce. Presenti ovviamente le sospensioni, anche se su una vettura così bassa e sportiva non possono certamente essere "alla francese". Le ruotine hanno pneumatici in gomma nera e cerchi che simulano la lega leggera e ricordano grossolanamente quelli della Miura vera.

Altri dettagli possono essere desunti direttamente dalle immagini e dalla tabella riportata più giù. E' opportuno, comunque, ricordare che la prima versione è priva degli specchietti retrovisori ma dispone di un porta targa in plastica nera. L'interno è molto rozzo e approssimativo. La seconda serie ha un interno leggermente migliorato e gli specchietti, ma perde il porta targa: la targa in carta adesiva è applicata direttamente sulla carrozzeria. Anche il fondino è stato modificato, ma non per arricchirlo con riproduzione di organi meccanici o altro: sono state semplicemente spostate le scritte. Non sono ancora riuscito a capire cosa abbia spinto la Mebetoys a rifare lo stampo del fondino.