In alto, in questa pagina, ho riportato come nome del modello "INNOCENTI MINI MINOR" sia perchè sul fondino è riportata la scritta "INNOCENTI", sia perchè sulla carrozzeria si vedono chiaramente, anteriormente e posteriormente, i marchi della Innocenti. Ma sulla scatoletta, probabilmente per agevolare la commercializzazione all'estero, il nome Innocenti non comparve e il modello fu identificato semplicemente come "Mini Minor". Dalla forma della calandra e dalla forma delle luci posteriori si riconosce anche la serie della versione riprodotta in scala: si tratta di un prima serie, quella con i vetri delle portiere scorrevoli orizzontalmente e con la leva del cambio inclinata e piegata. La versione successiva, la MK II, aveva i vetri discendenti a manovella, senza i deflettori, le luci posteriori di nuovo tipo, più squadrate e più grandi e la leva del cambio corta e verticale. Ricordo bene quel cambio, dagli innesti veloci, perchè negli anni settanta, con il primo stipendio acquistai subito, usata, una MKII verde ranocchio con interno nero. Aveva solo 850 cmc ma per me significava la libertazione: non dovevo chiedere le chiavi a nessuno perchè era tutta mia. Ma il senso di libertà doveva essere insito in quelle lamiere, imprigionato in quella forma unica e irripetibile, se anche la Mebetoys volle presto proporla in versione "Hippy".

Il modello si presenta con portiere e cofano motore apribili, riproduzione cromata del motore, fari strass, ruote con pneumatici in gomma e sospensioni. Il fondino è cromato in tutte le versioni, fissato con due viti con la testa a croce, e comprende i paraurti e la calandra. Le luci posteriori sono dipinte di rosso e la targa è realizzata in carta nera adesiva. All'interno dell'abitacolo il volante è nero e i sedili, ribaltabili, possono essere bianchi o marroni. La leva del cambio è in plastica cromata. E' infilata, più o meno profondamente, in una "cuffia" stampata che fuoriesce dal pavimento. L'interno è molto generico e non riproduce nulla del caratteristico interno delle Mini dell'epoca: la leva del cambio, infatti, è corta e verticale come nelle versioni successive, manca l'ovale della strumentazione al centro del cruscotto, manca lo spazioso piano portaoggetti ecc. tutte cose che si sarebbero potute realizzare con un più attento studio dello stampo. I sedili, invece, sono interamente ribaltabili (non solo lo schienale, ma tutto il sedile) proprio come sulla Mini vera.

Le prime serie prodotte avevano la scatoletta marrone finestrata con l'immagine di una Mini vera color giallo-arancio con portiere e cofano anteriore in posizione di apertura. Per aumentare l'interesse per il modellino pensarono di proporre la versione Hippy, dotandola di una scatoletta analoga ma riportante l'immagine della versione Hippy, rossa, con le decal applicate. Questa volta l'immagine è quella del modellino, anche perchè questa versione Hippy è una versione di pura fantasia. Il modellino, però, era sempre lo stesso e se l'acquirente non voleva applicare le decal non lo faceva, tenendosi la versione "civile" anche se l'immagine sulla scatoletta restava "hippy". Ma in quel periodo qualche incertezza fece capolino in azienda: probabilmente alcuni volevano mantenere in produzione sia la versione normale che quella Hippy con scatolette differenziate, ma terminate le scorte di scatolette del primo tipo dovettero ristamparle. E' probabile che i cliché di stampa siano stati modificati per realizzare le scatolette "Hippy" e si siano dovuti riadattere inserendo una mini giallo-arancio identica alla precedente, ma più grande (forse proprio per nascondere meglio l'immagine della Mini rossa). Nacque così la scatoletta "intermedia", con l'immagine della Mini grande, più rara di quella prima serie. Poi si preferì proseguire la produzione delle sole scatolette Hippy per entrambe le versioni.