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La Chaparral fu un'azienda americana che produsse vetture da competizione negli anni '60 e '70. Chiuse i battenti nel 1982. Le sue vetture erano caratterizzate dalle soluzioni aerodinamiche: é noto a tutti il classico alettone posteriore. Ma questa 2J superò ogni limite: in pratica era un hovercraft al contrario. Infatti un secondo motore (45CV contro i 700 CV del motore principale) azionava due grosse ventole posteriori per aspirare l'aria da sotto la vettura in modo da ottenere uno schiacciamento a terra (deportanza) difficilmente raggiungibile con semplici alettoni. La genialità dell'idea, che fece ribattezzare "aspirapolvere" questa strana vettura, non fu accompagnata adeguatamente dalla meccanica, spesso troppo fragile. Per questo non ebbe grande successo nelle corse e venne presto abbandonata.

Portiere e cofano motore posteriore apribili. Sedile unico bianco, volante nero. Cruscotto metallo. Riproduzione del motore cromata. Posteriormente, le due grandi ventole per l'estrazione dell'aria. Ruote veloci di tipo a stella. Fondino parzialmente verniciato di nero, fissato con una sola vite. Chiave di smontaggio incastonata nella base in plastica giallo arancio. La si trova solo nel colore originale bianco latte con il classico numero di gara "66" e le altre decal visibili in foto. Sul parafango anteriore destro la decal con il nome dl pilota: J. Stewart.

CHAPARRAL 2J - Art. M18 del 1971

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La Chaparral fu un'azienda americana che produsse vetture da competizione negli anni '60 e '70. Chiuse i battenti nel 1982. Le sue vetture erano caratterizzate dalle soluzioni aerodinamiche: é noto a tutti il classico alettone posteriore. Ma questa 2J superò ogni limite: in pratica era un hovercraft al contrario. Infatti un secondo motore (45CV contro i 700 CV del motore principale) azionava due grosse ventole posteriori per aspirare l'aria da sotto la vettura in modo da ottenere uno schiacciamento a terra (deportanza) difficilmente raggiungibile con semplici alettoni. La genialità dell'idea, che fece ribattezzare "aspirapolvere" questa strana vettura, non fu accompagnata adeguatamente dalla meccanica, spesso troppo fragile. Per questo non ebbe grande successo nelle corse e venne presto abbandonata. Portiere e cofano motore posteriore apribili. Sedile unico bianco, volante nero. Cruscotto metallo. Riproduzione del motore cromata. Posteriormente, le due grandi ventole per l'estrazione dell'aria. Ruote veloci di tipo a stella. Fondino parzialmente verniciato di nero, fissato con una sola vite. Chiave di smontaggio incastonata nella base in plastica giallo arancio. La si trova solo nel colore originale bianco latte con il classico numero di gara "66" e le altre decal visibili in foto. Sul parafango anteriore destro la decal con il nome dl pilota: J. Stewart.