Edoardo Bianchi, geniale inventore e appassionato
di meccanica, fondò nel 1885, a Milano, una fabbrica di velocipedi
(la F.I.V. di Edoardo Bianchi, Fabbrica Italiana Velocipedi). A lui
si deve la riduzione del diametro della ruota anteriore del velocipede
con passaggio alla trazione posteriore, con trasmissione del moto
a catena. E fu ancora lui che per primo applicò ai velocipedi
i pneumatici in sostituzione delle ruote piene. In pratica le moderne
biciclette discendono proprio dalla sua grande passione. Ovviamente
la sua attività abbracciò molto presto anche il settore
dei motoveicoli e delle autovetture, in genere di piccola cilindrata
e non particolarmente lussuose. Diversi anni dopo la seconda guerra
mondiale la Bianchi fu assorbita dalla FIAT (settore autovetture)
e dalla Piaggio (settore motocicli). Il modello riprodotto dalla RIO
risale al 1909 e presenta la carrozzeria di tipo "Landaulet",
cioè dotata di mantice apribile solo nella parte terminale
dell'abitacolo. Con il codice articolo 10 veniva prodotta la versione
chiusa, di colore rosso, e con il codice articolo 11 la versione aperta,
con il mantice ripiegato, inizialmente di colore verde, poi blu scuro.
Il tetto e i parafanghi sono sempre
neri.
Il modello è ben fatto, ma alcuni
particolari lo rendono fragile. E' il caso del portapacchi sul tetto,
caratterizzato dai due riccioli: è facile trovarlo danneggiato,
o distorto, soprattutto per la difficoltà di contenere il modello
nelle scatolette. Il modello, infatti, è molto alto e il portapacchi
urta facilmente all'interno della scatoletta. A volte è proprio
il materiale spugnoso di protezione che piega (fino alla rottura)
il prezioso accessorio, e ciò capitava anche dopo l'introduzione
delle scatolette in plastica trasparente. Anche i numerosi accessori
in plastica dorata si staccano e si perdono facilmente.
Nell'acquistare il modello é bene verificare che siano presenti
tutti gli accessori. Notare, nelle immagini, il pneumatico di scorta
sul tetto: é decisamente abusivo, cioé non originale.
L'ho lasciato perchè contribuisce a proteggere l'imperiale
da ulteriori schiacciamenti (é già malconcio) e perchè
in varie immagini, anche su internet, la vettura vera é ritratta
con il pneumatico di scorta in quella posizione.
l corpo vettura é in zamak, ma il tetto, i parafanghi, il fondino
ecc. sono in plastica. Le ruote, verniciate di marrone chiaro e dotate
di coprimozzo cromato, sono in plastica, ma i pneumatici sono in gomma,
con battistrada in rilievo.
Il modello raffigurato nelle immagini
é della seconda serie, come di vede dalla vite di fissaggio
del motore al fondino, dotata di testa a croce. La
scatoletta, ben visibile nella foto grande, in alto, contiene la vetrinetta
a doppio guscio, la spugnetta di protezione e il fogliettino che descrive
il modello (non visibile nelle foto).
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