Aggiornato il 20 Luglio 2015 |
PER COLLEZIONISTI... |
LA STORIA...
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LE SCATOLETTE... | |||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nei primi anni sessanta la Politoys, la Mercury ecc. producevano modelli
per i ragazzini, meravigliosi giocattoli che ancora oggi ci fanno sognare
come allora. La RIO di Cernobbio, negli stessi anni si rivolgeva direttamente
ai collezionisti: un perentorio "Automobili d'epoca per collezionisti"
si legge sulle scatolette e sui cataloghi, freddando ogni curiosità
dei bambini. Anche senza quella scritta ben pochi bambini avrebbero
acquistato quei modelli, per varie ragioni: costo elevato (circa il
doppio di quanto richiesto per una macchinina Mercury o Corgi Toys),
grande fragilità (che rendeva troppo breve il gioco), poco interesse
per auto non legate alla motorizzazione di massa degli anni '50 e '60
ecc. Eppure alcuni modelli hanno anche parti apribili, cosa sempre gradita
ai ragazzi, futuri collezionisti. La Balilla della foto qui sotto, ad
esempio, ha le portiere apribili e i sedili reclinabili per consentire
l'accesso ai posti posteriori. Alberto Spano |
Riportata sui cataloghi italiani e, fedelmente tradotta, su quelli per il mercato estero, questa poetica dichiarazione di intenti ha accompagnato nel tempo i modelli prodotti a Cernobbio dalla Rio, rivelando al mondo la passione costantemente profusa nella riproduzione in scala ridotta delle più affascinanti macchine del passato.
La Rio fu fondata
a Cernobbio nel 1962 dai fratelli Tattarletti (Reno, Nilo e Diego) con
l'intento di realizzare perfette riproduzioni di automobili del passato.
La "ttttt Stampoplastica", azienda derivata dalla "Fratelli
Tattarletti", produceva fusioni e stampi per fusioni per conto
di varie altre aziende di tutti i settori. Tra queste, la Rivarossi
e la nascente Dugu. Fu quindi spontaneo produrre direttamente anche
una serie di modelli finiti, i modelli Rio, e per questo la Rio e la
Dugu presero il volo quasi contemporaneamente nel mondo del modellismo
automobilistico. |
Inizialmente
i modelli erano venduti con semplici scatolette realizzate in cartoncino
di colore differente a seconda del modello che contenevano. Le misure
erano differenziate per poter contenere i modelli stessi: 42x44x108, 48x50x134,
50x66x142 (art.20), 51x53x148 ecc. (in millimetri). All'interno i modelli potevano essere inseriti senza protezioni (o con qualche spessore in cartone) oppure con una striscia di spugna come visibile qui sopra. La spugna era indispensabile se il modello prevedeva parti mobili o amovibili (in genere il cofano motore). Sempre presente il foglietto illustrativo, in quattro lingue, delle caratteristiche dell'auto vera. Successivamente si é passati alle vetrinette in plexiglass, composte da due gusci contrapposti che contenevano il modello. La vetrinetta era poi racchiusa in scatolette di cartoncino simili alle precedenti di soli due formati: 47x62x118 per i modelli più piccoli e 59x620x157 per i modelli più grandi, ma la scatola dell'art. 20 ha dimensioni 59x80x157. All'interno della vetrinetta il modello era protetto con strisce o tamponi di gommapiuma. Sempre presente il foglietto illustrativo. Mentre la vetrinetta non é stata mai modificata fino agli anni '90, la scatoletta esterna ha subito alcune variazioni di rilievo: la prima serie aveva la possibilità di strappare via una parte di una faccia, secondo una linea di strappo programmata, per rendere visibile il modello. Successivamente la linea di strappo é stata eliminata e il modello era riconoscibile solo dal numero (grande) e dalla scritta. Una ulteriore modifica ha portato all'inserimento dell'immagine del modello su un fianco della scatola. L'immagine inizialmente era a sfondo bianco, ma é stata successivamente sostituita da un'immagine a sfondo nello stesso colore della scatola. Negli anni '90 si é passati a scatolette più convenzionali, con modello fissato su una base in plastica, racchiuso da una cupoletta in plexiglass e quindi infilato in un involucro esterno con finestra su due lati contigui. Involucri e basi possono essere di vari tipi e di vari colori, ma trattandosi di produzioni recenti mi interessano di meno. |
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SEMPRE IN CATALOGO... | CATALOGHI... | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Tutti i modelli
proposti anno per anno sono rimasti in produzione fin quasi ai giorni
nostri, con lo stesso numero di catalogo, lo stesso colore, gli stessi
accessori ecc. Le differenze sono davvero minime, per lo più legate
alle scatolette, alle viti di fissaggio e a qualche dettaglio di minore
importanza. Negli ultimi anni i modelli sono stati sottoposti a rinumerazione (serie 4000) e ad un certo indiscutibile miglioramento in termini di qualità, con nuovi smalti, nuove confezioni, serie speciali (bellissima la serie che abbina i modelli a personaggi famosi o a momenti della storia) ecc. Queste nuove serie hanno le scatolette con vetrinetta (vedi la Balilla con il "Balilla" nella colnna più a destra). In questo modo é possibile godere della visione del modellino senza doverlo estrarre dalla scatola. Collezionando i primi numeri in catalogo, invece, si é costretti tenere i modelli fuori dalla confezione. I modellini, in questo modo, si impolverano (anche con le vetrinette sigillate, pur se in misura decisamente inferiore) e occorre procedere alla loro pulizia con una certa frequenza. Ma la pulizia di modelli così dettagliati e complessi comporta non poche difficoltà. La collezione di modellini Rio delle prime serie tenuti inscatolati non attrae minimamente il collezionista. Le scatolette sono troppo anonime e nella maggior parte dei casi non raffigurano neanche il modello contenuto al suo interno. La vetrinetta sembra quella di una merceria, o di una profumeria. Peccato! Sarebbe bastata un'immagine sull'aletta di chiusura per rendere la collezione Rio più linea con la collezione delle altre marche. |
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LE SCHEDE MODELLO PER MODELLO
(L'introduzione di nuove schede sarà sottolineata dalla progressiva sostituzione delle immagini del catalogo con nuove fotografie) |
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Art. 1 (1962)
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Art. 2 (1962)
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Art. 3 (1962)
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Art. 4 (1962)
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Art. 5 (1962)
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ITALA TARGA FLORIO
1906 |
ITALA PECHINO-PARIGI
1907 |
FIAT 501 SPORT
1919-1926 |
FIAT 501 TORPEDO
1919-1926 |
ALFA ROMEO P3
1932 |
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Art. 6 (1962)
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Art. 7 (1962)
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Art. 8 (1962)
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Art. 9 (1962)
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Art. 10 (1963)
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FIAT TIPO "0"
1912 |
FIAT TIPO "0"
SPIDER
1912 |
ISOTTA FRASCHINI 8A
1926 |
ISOTTA FRASCHINI 8A
1926 |
BIANCHI LANDAULET
1909 |
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Art. 11 (1963)
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Art. 12 (1963)
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Art. 13 (1964)
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Art. 14 (1964)
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Art. 15 (1964)
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BIANCHI LANDAULET
1909 |
FIAT TIPO "0"
SPIDER
1912 |
FIAT 508 BALILLA
1932-1937 |
FIAT TIPO 2
1910-1920 |
ISOTTA FRASCHINI 8A
1926 |
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Art. 16 (1964)
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Art. 17 (1964)
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Art. 18 (1965)
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Art. 19 (1965)
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Art. 20 (1965)
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CHALMERS DETROIT
1909 |
MERCEDES TOURISTE
1909 |
BIANCHI COUPE' 15/20
1906 |
ALFA ROMEO 6C 1750
1932 |
FIAT 18 BL AUTOBUS
1919 |
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Art. 21 (1966)
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Art. 22 (1966)
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Art. 23 (1966)
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Art. 24 (1966)
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Art. 25 (1967)
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MERCEDES BENZ 770
1938 |
MERCEDES BENZ 770
1938 |
FIAT 60 CV CLOSED
1905 |
FIAT 60 CV OPEN
1905 |
FIAT 24 CV DOUBLE PH.
1906 |
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Art. 26 (1967)
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Art. 27 (1967)
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Art. 28 (1967)
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Art. 29 (1967)
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Art. 30 (1967)
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FIAT 12 CV OPEN
1902 |
FIAT 24CV LIMOUSINE
1905 |
BIANCHI 20/30 LAND.
1905 |
MERCEDES SIMPLEX
1902 |
DE DION-BOUTON
1894 |
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