Il modello numero 16 riproduce una vettura poco diffusa in Italia.
La Chalmers Detroit Roadster, del 1909. La Chalmers Detroit ebbe origine
dall'acquisto da parte di Hugh Chalmers, nel 1908, della Thomas-Detroit,
le cui origini risalgono al 1898. La fabbrica divenne così
Chalmers-Detroit, diventata poi, pochi anni dopo, nel 1911, semplicemente
Chalmers. Con la recessione seguita alla prima guerra la Chalmers
fu acquistata dalla Maxwell dando origine alla Maxwell-Chalmers. Dopo
un breve periodo di travaglio economico, la fabbrica fu rilevata dalla
Chrysler (oggi Fiat). La piccola vetturetta riprodotta dalla Rio,
con due posti al coperto (sotto al tendalino) e uno sotto le stelle,
che vista dal vivo é di una bellezza straordinaria, era spinta
da un grosso motore quadricilindrico lineare da 3.700 cmc, raffreddato
ad acqua, con trasmissione cardanica, cambio a tre sole marce e trazione
posteriore.
Il corpo vettura è in metallo
(zamak); la cornice del parabrezza é in lamierino metallico.
Tutti gli altri particolari, il fondino, i parafanghi, i predellini,
i sedili, la capote, sono in plastica. I cerchi ruota sono in plastica,
con dado centrale dorato e pneumatici in gomma.
Il cruscotto è in plastica color marrone, con elementi in rilievo.
La targa é sempre "A22-50D". Acquistando il modello
occorre fare attenzione alla sua completezza: é facile trovarlo
con particolari mancanti, paraurti spezzato, cinghie tendicapote rotte
ecc. Soprattutto sono fragili i pernetti di fissaggio della capote:
questo difetto, presente in uno dei miei modelli, ha consentito di
ribaltare la capote (senza troncare le cinghie di cuoio) e di scattare
la foto panoramica del cruscotto e dei posti anteriori.
Il modelli RIO ritratti nelle immagini risalgono probabilmente
ai primissimi anni settanta. Infatti hanno già la scatoletta
più grande, con la vetrinetta interna, ma la scatoletta esterna
in cartoncino é del primo tipo, come testimoniano le linee
di strappo facilitato che consentivano di aprire una finestra sul
lato lungo della scatoletta. Le viti che fissano il fondino hanno
la testa a croce, e non a taglio, escludendo che i modelli possano
essere stati prodotti negli anni sessanta. Presente, come sempre,
il foglietto illustrativo delle caratteristiche del modello.
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